Maine Coon

Duecento anni fa, il Maine Coon era semplicemente noto come Gatto del Maine. A chi o a cosa si debba il suffisso “coon” non è dato saperlo, ma è probabile si tratti di un’aggiunta tardo-ottocentesca. Tra le spiegazioni più accreditate spicca la somiglianza tra le code inanellate dei gatti tabby e quelle dei procioni, in inglese raccoon.
Le prime descrizioni di Gatti del Maine si devono all’americana F. R. Pierce, originaria di quello Stato, che per il libro “The Book of the Cat”, pubblicato in Inghilterra nel 1903, scrisse il capitolo “Maine Cats”. Tutto quanto riportato sul Gatto del Maine proviene direttamente dalla sua conoscenza ed esperienza personale. Il primo riferimento temporale certo circa la diffusione di questo gatto viene fissato dalla stessa Mrs Pierce nel 1861, anno in cui ricorda di aver ricevuto il suo primo esemplare, Captain Jenks of the Horse Marines. Una seconda data si evince dal riferimento ad un conoscente, Mr Robinson, che nel 1884 vinceva con il proprio gatto uno show tenutosi a Bangor: “Nel periodo dell’esposizione del 1884, vicino alla costa del Maine c’erano moltissimi esemplari di gatti a pelo lungo di rara bellezza. Questo prima che se ne iniziasse il commercio.” Secondo queste testimonianze i Gatti del Maine erano già abbondanti ben prima che il libro venisse pubblicato, fornendo dunque la certezza assoluta che si siano stabiliti nelle aree costiere del Maine al più tardi nella prima parte del XIX secolo e che già allora fossero fenotipicamente riconoscibili.
Il fortunato sviluppo della razza si deve in primo luogo alle attività dello Stato da cui prende il nome. A inizio Ottocento, infatti, il Maine non era solo fiorente nei commerci, ma anche ai primi posti nell’Unione per l’industria cantieristica navale. Gli abitanti delle città portuali, spesso proprietari delle loro navi, portavano con sé le famiglie nei viaggi verso paesi stranieri. I gatti, inizialmente impiegati sulle navi per il controllo dei roditori, divennero ben presto compagni di giochi dei bambini a bordo. A terra trovavano un ambiente perfetto nelle case nei pressi dei piccoli porti e nelle fattorie circostanti, che offrivano loro un ambiente accogliente. A questo va aggiunto che il pool genetico del Gatto del Maine non è stato diluito da interbreeding, come sarebbe invece accaduto in contesti urbani di dimensione maggiore per la presenza di un elevato numero di gatti fenotipicamente differenti. I pochi gatti, nutriti e accuditi in seno alle famiglie, si sono moltiplicati fino a divenire spontaneamente veri e propri abitanti della regione, tanto da poter essere definiti gatti autoctoni.
A partire dalla fine dell’Ottocento il Gatto del Maine inizia a vincere negli show felini e, dopo una battuta d’arresto di alcuni decenni dovuta all’ascesa di altre razze, si afferma definitivamente nella seconda metà del secolo successivo. A questo hanno contribuito l’intelligenza sconvolgente, il temperamento dolce, il lungo pelo folto e caldo, la buona dimensione e la tendenza a restare giocherellone ben oltre il raggiungimento della maturità. Con la popolarità le sue origini, offuscate da una quantità di leggende più o meno fantasiose, sono state quasi dimenticate.
Ora viene chiamato Maine Coon, dal 1967 è stato riconosciuto a livello internazionale come gatto di razza e nel 1985 è diventato il gatto ufficiale dello stato del Maine.
Per quanto riguarda il Maine Coon come lo conosciamo oggi cinque gatti, più di tutti gli altri, hanno contribuito a fissare le caratteristiche della razza. Questi gatti, chiamati Top 5, compaiono nei pedigree più spesso di tutti gli altri e in ordine di frequenza di occorrenza sono Andy Katt of Heidi-Ho, Bridget Katt of Heidi-Ho, Dauphin de France of Tati-Tan, Tatiana of Tati-Tan e Whittemore Smokie Joe.
L’elevata percentuale di Andy, Bridget e Dauphin è probabilmente dovuta alla popolarità e all’uso diffuso dei gattini nati dagli accoppiamenti di Sonkey Bill of Heidi-Ho, nipote e bisnipote di Andy Katt of Heidi-Ho e Bridget Katt of Heidi-Ho, con Tanstaafl Polly Adeline che sembravano tutti uguali, tanto da meritarsi il soprannome di “cloni” che li identifica ancora oggi nel gergo felinotecnico. Sebbene i cloni stessi non avessero un coefficiente di consanguineità molto elevato, il conseguente linebreeding ha inciso molto sulla genealogia del Maine Coon attuale. Negli anni ’90 è stato stimato che un pedigree medio contenesse: 65-70% dei primi cinque gatti, 50-55% dei primi tre, 35-40% dei primi due e 30-35% dei cloni.

Carattere

Nonostante l’aspetto imponente e il look selvaggio il Maine Coon è un gatto dolce e molto buono. Ricerca costantemente la compagnia della sua famiglia seguendola in ogni stanza della casa e si impegna ad aiutare, a suo modo, in ogni faccenda domestica.
E’ un gatto curioso, socievole con tutti, anche con gli estranei.
Gli viene universalmente riconosciuta una grande intelligenza e una particolare propensione per il linguaggio: ama comunicare con gli umani utilizzando un’ampia gamma di vocalizzi, che è in grado di modulare passando da miagolii delicati a trilli acuti a gorgheggi sommessi. Parlarci molto lo incoraggia a diventare chiacchierone a sua volta.
Il Maine Coon gioca con tutto, acqua compresa, e non è infrequente vederlo impegnato nel riporto. Questa indole giocherellona ed estroversa gli è valsa la nomea di “can-gatto”.
Nonostante questo, e nonostante il suo amore per lo stare in compagnia, non è né un gatto da grembo né un cane da borsetta: vuole stare in braccio solo quando è lui a deciderlo. Non ama le attenzioni petulanti, ma non graffia e non morde, al massimo si divincola e rivendica dignitosamente il proprio spazio.

Corporatura

Il Maine Coon è un gatto di grande struttura, caratterizzato da una forma squadrata del capo, orecchie grandi, ampio torace, solida struttura ossea, corpo di forma rettangolare e lunga coda fluente. Il tono e la robustezza dell’apparato muscolare gli conferiscono un aspetto di potenza e solidità.
Come in altre razze il dimorfismo sessuale è evidente in alcuni dettagli. Nel maschio adulto il collo è decisamente muscoloso e il petto, ampio, possente, con muscoli forti, può essere più largo e sviluppato che nella femmina, proporzionalmente più piccola.
Per entrambi i sessi il corpo dovrebbe essere lungo, con una solida ossatura. Grande nella taglia, nell’insieme le proporzioni di tutte le parti del corpo concorrono a dare al Maine Coon l’aspetto di un rettangolo.
La testa, di media taglia, presenta contorni squadrati; il profilo ha una concavità appena accennata; la fronte è leggermente incurvata; gli zigomi alti e sporgenti. Faccia e naso sono di media lunghezza, con la zona mascellare dai contorni squadrati. Passando il dito è possibile sentire il passaggio netto dagli zigomi al muso. Il mento, forte, forma una linea verticale con l’estremità del naso ed il labbro superiore.
Le orecchie grandi, larghe alla base, moderatamente appuntite, alla sommità presentano ciuffi di pelo, “lynx-tuft”, simili a quelli della lince e ciuffi di pelo, “tuft”, ne fuoriescono visibilmente dal contorno. Sono piazzate alte sul capo, con un’inclinazione esterna appena accennata. La distanza che deve intercorrere fra un orecchio e l’altro dovrebbe equivalere alla larghezza della base di un orecchio, con la tendenza ad aumentare lievemente nei soggetti più anziani. La base inferiore dell’orecchio è posta leggermente arretrata rispetto a quella superiore.
Gli occhi, grandi e ben distanziati, leggermente ovali, ma non a mandorla, appaiono rotondi quando sono spalancati. Sono piazzati leggermente in obliquo verso la base esterna dell’orecchio. Tutti i colori sono ammessi e non c’è nessuna correlazione fra colore degli occhi e del mantello; ad ogni modo un colore ben definito è preferibile.
Le zampe sono forti, di media lunghezza e formano un rettangolo con il corpo. I piedi, larghi e rotondi, hanno ricchi ciuffi di pelo fra le dita.
La coda è lunga quanto il corpo dalle scapole alla base della coda stessa. Larga alla base, diventa affusolata alla sommità con pelo folto, fluente che resta sempre fluttuante.

Difetti

capo tondeggiante, profilo diritto o convesso, interruzione sul naso, innesto delle vibrisse troppo pronunciato, muso arrotondato o appuntito, mento sfuggente, orecchie piazzate aperte e svasate, occhi obliqui, occhi a mandorla, struttura ossea leggera e minuta, corpo corto e tarchiato, zampe troppo lunghe e sottili, coda corta, assenza di pelo nella zona del ventre, lunghezza del pelo omogenea su tutto il corpo, totale mancanza di sottopelo.

Mantello

Il pelo del Maine Coon è adatto a tutte le condizioni climatiche. È denso, corto su testa, spalle e zampe, e diventa gradualmente più lungo sulla schiena e sui fianchi, con larghi ed ispidi “calzoncini” sulle zampe posteriori e pelliccia abbondante sul ventre. La gorgiera è auspicabile. La tessitura è setosa. La pelliccia è corposa e ricade armonicamente. Il sottopelo è morbido e fine, coperto dal pelo superiore esterno più grezzo e ricadente.
Sono ammessi tutti i colori, ad eccezione dei disegni pointed e dei colori chocolate, cinnamon, lilac e fawn. Il colore bianco è ammesso in qualunque quantità.
Il Maine Coon viene tuttora allevato nei colori già citati da Mrs Pierce nel 1903, anche se al giorno d’oggi non esiste un colore preponderante come in passato. Se un secolo fa il Maine Coon era prevalentemente black tabby oggi la presenza di neri, blu, rossi, crema e bianchi è altrettanto significativa. I silver e gli smoke, all’epoca rari e poco diffusi, oggi compaiono regolarmente in esposizione.

Nelle manifestazioni feline il Maine Coon viene suddiviso in nove gruppi di colore: gruppo I nero e blu solido; gruppo II nero e blu solido con bianco; gruppo III nero e blu tabby; gruppo IV nero e blu tabby con bianco; gruppo V rosso, crema, squama di tartaruga; gruppo VI rosso, crema, squama di tartaruga con bianco; gruppo VII nero, blu, rosso, crema, squama di tartaruga smoke o silver; gruppo VIII nero, blu, rosso, crema, squama di tartaruga smoke o silver con bianco; gruppo IX bianco.